Guida distratta
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Guida distratta

Il cervello umano non è adatto al multitasking
Per multitasking si intende la capacità di gestire attività multiple, differenti e interrotte.
Gestire la grande quantità di stimoli e richieste che provengono dall’ambiente è sicuramente molto difficile, tuttavia, dedicarsi a più attività piuttosto che concentrarsi su un unico compito sembra essere diventato un fatto naturale nel nostro modello di società, grazie alle potenzialità che ci sono offerte dalle tecnologie informatiche e della comunicazione rendendoci più accessibili e più portati al multitasking.
La nostra mente sembra essere in grado di passare molto velocemente da un’attività all’altra, tanto da darci l’illusione della simultaneità. Se però per un computer passare da un’applicazione ad un’altra è solo una questione di velocità del processore con cui è costruito, i nostri processi cognitivi funzionano in modo completamente diverso.

Il cervello umano è programmato per fare solo una cosa alla volta, anche se può passare velocemente da un'attività all'altra.
In realtà, quando una delle attività diventa complessa e viene meno un certo grado di automazione, o anche semplicemente è nuova, inusuale, tendiamo a sospendere tutti gli altri compiti, per concentrarsi sulla nuova.
Vivere in una costante condizione di multitasking comporta un grande dispendio di risorse cognitive.

In caso di esposizione prolungata a carichi di lavoro mentale elevati anche le capacità cognitive, così come accade per le capacità fisiche, si deteriorano. In generale, la fatica mentale può essere definita come una condizione di malessere ed efficienza ridotta, dovuta ad un impegno eccessivo e prolungato, che comporta una riduzione della capacità di rispondere agli stimoli dell’ambiente esterno, classico è l’ esempio del campo visivo che può, in conseguenza dell’affaticamento, ridursi dando origine alla cosiddetta “visione a tunnel”, simile a quella che dà lo stato d’ebbrezza.
Numerosi studiosi hanno evidenziato una correlazione tra multitasking e distrazione ed affermano che coloro che si muovono velocemente da un'attività all'altra si sentono molto sicuri di sé, accrescendo ulteriormente il rischio di distrazione.

Quello che fa la differenza tra un cervello che funziona bene e un altro, non è la velocità, ma la capacità di concentrazione. I migliori piloti di formula uno non sono quelli che pensano velocemente, ma quelli che si focalizzano di più.
L'allenamento alla concentrazione è più importante dell'allenamento alla velocità.

Alla guida serve soprattutto concentrazione, che a sua volta serve per comprendere le insidie della strada, gli imprevisti che possono accadere, prevedere il comportamento degli altri automobilisti.